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Violenza sulle donne, Felice Dileo: "Vogliamo anche ad Altamura un centro per queste vittime"

Il più vicino si trova a Bari. "Ma, oltre al coraggio per denunciare le violenze subite non possiamo chiedere di andare altrove". Un invito alla città: la Commemorazione del 25 novembre

“Il PRC chiede al Sindaco Mario Stacca di attivarsi a favore dell’apertura di un Centro antiviolenza nella nostra città, con un’equipe di specialisti in grado di aiutare tutte le donne vittime di ogni indegno sopruso”. Così Felice Dileo si fa portavoce di una richiesta avanzata dalla sezione di Rifondazione Comunista “Murgia Libera”.

La riflessione dei comunisti parte da una data: il 25 novembre 1960.  Quel giorno di 52 anni fa, le tre sorelle Mirabal venivano prima torturate e poi barbaramente uccise nella Repubblica Domenicana dai militari, a causa della loro avversione verso la dittatura che all’epoca governava l’isola caraibica. Successivamente, l’Assemblea generale dell’Onu ha designato proprio la data del 25 novembre come “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”. Il 25 novembre 2012 è ormai prossimo e il PRC, invita in prima istanza “tutte le cittadine e tutti i cittadini a commemorare tale ricorrenza, riflettendo sulla inammissibile pratica di esercitare violenza contro il sesso femminile, ancora molto diffusa, oggi non meno di ieri”.

“Anche il nostro territorio non è estraneo a questa patologia sociale- continua Dileo- soprattutto in questo periodo in cui la crisi economica, così come storicamente si è sempre verificato, causa anche fenomeni di deterioramento dei rapporti interpersonali. Spesso questo genere di maltrattamenti restano invisibili agli occhi dei tanti, perché vengono consumati tra le mura domestiche, senza essere denunciati in seguito agli enti preposti”. Ma oltre alla difficoltà per una donna di denunciare la violenza subita si aggiunge il disagio di dover lasciare Altamura e raggiungere il capoluogo; il centro antiviolenza più vicino, infatti,  si trova a Bari.

“È intollerabile – dice il segretario- che un Comune con quasi 70 mila abitanti non abbia un tale punto di riferimento, utile per offrire questo tipo di servizio”. E conclude con un plauso: “alle numerose associazioni di volontariato che cercano di sopperire a questa mancanza, mantenendo in piedi lo sportello “Rete Donna” nei limiti del loro possibile e senza l’ausilio di informazioni che il l’Amministrazione locale dovrebbe, perlomeno, menzionare nel proprio sito web”.


 

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